

In una cinematica sequenza che la vede protagonista della scena synth-pop d'avanguardia, Lorde distende la propria voce in un'elaborata equazione elettronica con variabili offerte da R&B e hip-hop. Il corale soliloquio della cantante si inserisce in un impianto etereo e minimalista che sfonda la porta del glitch e dissolve i beat in foschie ambientali, ponendo le basi per una perfetta colonna sonora post anni Zero. La dimestichezza con casse e dance le ha permesso di cucire strati di melodia sulle texture garage dei Disclosure, ma le sue parole sanno anche distendersi sulle note di un piano.